La mamma di Sandra, ultranovantenne deve subire una piccola asportazione chirurgica di una formazione neoplastica sul viso. L’intervento è definito dai sanitari come urgente e dovrà eseguirsi in anestesia locale. Sandra viene allo sportello perché, dopo che sono stati eseguiti tutti gli esami necessari all’intervento, l’anestesista ha rifiutato il caso poiché l’anziana è incapace di prestare il consenso informato. Sandra è furibonda: ora è passato già del tempo e tutti gli esami clinici dovranno essere ripetuti. Se il caso era urgente l’anestesista non avrebbe dovuto procedere per “necessità”? Sandra dovrà proprio addossarsi questa procedura?
La decisione dell’anestesista non è corretta: se l’intervento è necessario, si può eseguire anche senza il consenso sulla base dell’”esimente” dello stato di necessità previsto dal Codice penale. Facile, però, la teoria. Quando c’è una povera vecchia in attesa di un’operazione, una figlia che non sa dove sbattere la testa e un’anestesista che non vuol sentire ragioni, come debbono comportarsi i volontari dello sportello? Si può forse far girare le persone come trottole perché ciascuno ritiene di avere ragione? Già tempo fa lo sportello ha fatto un tentativo con più di una telefonata per convincere la stomatologia (per una questione di estrazione di denti che provocavano infezioni) che sono su una strada sbagliata e vessatoria a pretendere la nomina ad amministratore di sostegno per prestare il consenso informato in caso di intervento necessario…non c’è stato nulla da fare! Ci si è pure litigato, discusso animatamente, ma non si è potuto spuntarla. Evidentemente, alcuni pensano solo a difendersi dalla propria responsabilità ed hanno il coltello dalla parte del manico. Si chiama “medicina difensiva”. Sarebbe vessatorio anche da parte dello sportello, però, far fare strade inutili ai parenti per impuntarsi a nostra volta sull’errore dei sanitari. In queste situazioni i parenti sono tra l’incudine e il martello… come si potrebbe far loro subire anche la nostra “verità”? Ci è parso allora opportuno aiutare Sandra a venir fuori al più presto possibile dall’ impasse presentando il ricorso per il solo consenso. Starà al Giudice, se lo ritiene, respingere il ricorso come fece anni fa un altro giudice tutelare, per un caso di PEG, caso che ha fatto scuola.