IL PICCOLO 7 APRILE 2020
TRIESTE. Circola in questi giorni la metafora secondo cui il periodo che viviamo è come una guerra. Io non la condivido. E anzi la trovo anche un po’ pericolosa. Quando usiamo le metafore dobbiamo stare attenti perché influenziamo la nostra maniera di percepire il mondo. non è una guerra perché il nemico non è umano, non è un nemico che ha una volontà sua o che ha un obiettivo di sconfiggerci, e soprattutto non ci sarà un vincitore e un vinto. Anche se, certo, ci sono i morti, le paure e i problemi economici.
Sia mai che qualcuno, visto che pensa di essere in guerra, corre ad acquistare armi. non ci sono soldati che combattono ma medici ed infermieri che lavorano, e c’è una bella differenza. Non ci sono popolazioni contrapposte o ideologiche da sconfiggere e neanche idee da esportare.. Per certi versi è simile ad una rivoluzione intesa come la intendeva Giuseppe Tomasi da Lampedusa, “affinchè tutto rimanga com’è bisogna che tutto cambi” e accipicchia se sta cambiando.
Però dopo le rivoluzioni emergono sempre delle idee nuove: ricordiamo dopo la rivoluzione francese emerse il trinomio “Libertà, uguaglianza,fratellanza” che ancora alle volte fatichiamo a mettere in pratica. Mi auguro emergano idee nuove anche adesso.
Per certi versi è simile ad un terremoto perchè mina le nostre sicurezze sociali come le nostre case e ci impegna tutti a ricostruire la società intera attraverso la ricostruzione del nostro pezzo di vita. Ma mi chiedo, e ve lo chiedo veramente, qual è la vostra metafora?
Alessio Pellegrini