Una persona che, a causa della sua dipendenza patologica, rischia di sciupare risorse economiche necessarie ad assicurare livelli dignitosi di vita, può essere sottoposta ad amministrazione di sostegno: la protezione giuridica, che modula le limitazioni della capacità di agire, insieme a un chiaro progetto di sostegno dei Servizi Sociali e Sanitari, possono riuscire a risollevare il tossicodipendente dal baratro personale e patrimoniale in cui sta precipitando (Giudice Tutelare presso Tribunale di Trieste G. Carlesso 29 settembre 2008).
Il caso venne segnalato con urgenza al Giudice Tutelare dagli Assistenti Sociali che seguivano da tempo Paride, una persona già in carico al SERT (Servizio Tossicodipendenze), il quale, dopo aver dissipato l’eredità della madre, suicidatasi a seguito della morte per overdose dell’altro figlio, stava per svendere la propria abitazione a una persona che, manipolando la sua fragilità, si stava impadronendo delle sue ultime risorse.
Dopo una istruttoria completa e accelerata – durante la quale il Notaio aveva per prudenza sospeso il rogito – e dopo aver sentito tutti i protagonisti della vicenda, il Giudice Tutelare adotta un provvedimento che, conferendo all’amministratore di sostegno poteri di rappresentanza esclusiva per taluni atti e poteri di assistenza necessaria per altri atti, modula la protezione di Paride in modo che egli non possa più dissipare il proprio patrimonio, possa essere assistito nell’atto di vendita (che egli stesso compirà insieme all’amministratore) dell’immobile, al giusto prezzo di mercato, e – con la collaborazione forte di tutti gli Operatori sociali e sanitari – possa essere inserito in un efficace progetto di riabilitazione. Un esempio di come il lavoro in rete possa risultare davvero utile alla persona.