Avvocato del Foro di Velletri dal 1994, ha svolto dall’anno 1992 all’anno 1999 intensa attività di volontariato presso numerose associazioni impegnate nel sociale e nel Carcere Minorile di Roma “Casal del Marmo”. Laureatosi in Giurisprudenza nel 2000 presso L’Università Sapienza di Roma con il relatore Prof.Stefano Rodotà, esercita la professione forense dall’anno 2004; dall’anno 2007 viene nominato spesso Amministratore di Sostegno dal Giudice Tutelare del Tribunale di Velletri.
Dall’anno 2012 viene nominato Presidente dell’Associazione Persona & Diritti che ha tra gli scopi statutari quello della divulgazione della Legge sull’Amministrazione di Sostegno.
QUI IL VIDEO DELL’INTERVENTO – (disponibile dal 15.4.2014)
La legge n.6/2004 ha introdotto nel nostro ordinamento un istituto di straordinaria portata innovativa nel campo della protezione giuridica delle persone fragili: l’Amministrazione di Sostegno.
Anche se la figura dell’AdS non ha ancora sviluppato tutto il suo potenziale, a livello regionale e locale, nel territorio della circoscrizione del Tribunale di Velletri, sono state realizzate numerose esperienze finalizzate a migliorare l’applicazione della legge.
Quando la legge sull’AdS entrò in vigore la reazione del territorio della circoscrizione del Tribunale di Velletri, è stata timida e piena di tentennamenti in chiave strettamente paternalistica. Addirittura in alcune sedi Distaccate del Tribunale di Velletri alcuni Giudici non la applicavano e rigettavano tutti i ricorsi presentati per ADS. Dopo alcuni anni soprattutto nella sede Centrale del Tribunale di Velletri, l’Amministrazione di Sostegno iniziava un lento ma inesorabile percorso. Proprio in quegli anni 2007 – 2010 l’esponente accettò di buon grado le numerose nomine proposte proprio da questo Giudice.
Si apriva pertanto un percorso di grande interesse giuridico ed umano che coinvolgeva non solo le persone da sottoporre ad Amministrazione di Sostegno ma soprattutto i valori e le convinzioni culturali degli operatori chiamati sotto ogni profilo ad operare con questo nuovo strumento giuridico.
In particolare un caso di ADS fece cambiare prospettiva allo scrivente.
La beneficiaria Alessia C., giovanissima, era affetta da due importanti patologie: la fibrosi cistica, che danneggiava in modo ingravescente i polmoni della stessa ed un delirio schizoide di natura psichiatrica che la rendeva di fatto “ non gradita “ agli occhi della società tutta e dei medici curanti, i quali si trovavano ad interagire con una paziente che facilmente rifiutava, se non adeguatamente approcciata, qualsiasi trattamento terapeutico. Superate numerose difficoltà, dipese dalla natura ambivalente delle patologie di cui Alessia era affetta, si riusciva sporadicamente a trasferire Alessia da un ospedale all’altro per cercare di arginare la fibrosi cistica. Durante tali ricoveri l’esponente notava che Alessia “nasceva a nuova vita”. Di vero la socialità, nella quale Alessia era stata inserita, aveva infatti avuto dei riflessi positivi e migliorativi sulla qualità di vita della stessa. La beneficiaria prestava assistenza agli anziani ricoverati nelle predette strutture, aveva creato dei buoni rapporti di amicizia con tutti i medici del reparto e con i dipendenti della struttura. Alessia, durante i periodi di ricovero, si mostrava collaborativa e piena di entusiasmo. Lo scrivente riusciva addirittura ad accompagnare Alessia alla Festa delle Orchidee che si celebra annualmente nel mese di maggio nella città di Monte Porzio. Tali rapporti di amicizia nati all’interno dei vari nosocomi si interrompevano bruscamente all’uscita di Alessia dalle strutture e la beneficiaria ricominciava la consueta reclusione all’interno dell’abitazione di proprietà rifiutando ogni tipo di contatto con il mondo esterno. La beneficiaria, una volta tornata a casa, assumeva di consueto un comportamento oppositivo con l’unica grande differenza : dopo l’apertura dell’AdS la beneficiaria chiedeva all’AdS di entrare nel suo mondo recluso. Vani purtroppo sono stati tutti i tentativi posti in essere dallo scrivente di trovare un’associazione di volontariato disponibile che sopperisse alla mancanza di socialità nella vita di Alessia. Purtroppo nella notte del 23.12.2009, Alessia C. decedeva nel reparto di Rianimazione dell’Ospedale “Spallanzani” di Roma. Alessia era un essere umano con le sue contraddizioni e le sue malattie, e come tale bisognava considerarlo, hic et nunc, decidendo il “da farsi” sotto il profilo di sostegno alla persona non già dall’alto ma in considerazione del quadro peculiare di impedimenti e ombre presenti in quello specifico momento. Il risultato pratico del gusto delle schematizzazioni, delle quali Alessia era continuamente vittima, si concretizzava nell’abbandono dell’interessata al suo destino. Dopo alcuni anni l’esponente capiva che il punto focale di detta amministrazione era offrire ad Alessia non tanto un aiuto per assicurarle un sostegno nelle attività quotidiane ma doveva essere quello di soddisfare quelle richieste atte a garantirle il soddisfacimento di quei bisogni e aspirazioni che si concretizzavano nell’affermazione della sua personalità. La strada per arrivare ad Alessia consisteva nell’incrementare la sua socialità, i suoi rapporti con gli “altri”, bisognava farla sentire come una di noi, bisognava trovare un volontario che trascorresse un po’ di tempo con lei; il potenziamento di tali relazioni l’avrebbe scossa anche sotto il profilo “del volersi curare in maniera volontaria e libera senza costrizioni alcune”. Numerosi i casi come Alessia dal 2007 al 2014 ma l’obiettivo rimaneva e rimane sempre lo stesso: l’affermazione della personalità del beneficiario nel precipuo senso enunciato; L’amministratore deve puntare ad affermare la personalità del beneficiario; l’affermazione di tale personalità non assurge a concetto astratto ma si esplicita concretamente nel soddisfare i suoi bisogni e le sue aspirazioni.
Preliminarmente è necessario evidenziare che tale concetto non investe soltanto la legge istitutiva dell’istituto dell’AdS bensì i principi costituzionali di solidarismo e di personalismo, cui essa è aderente.
L’istituto in parola è totalmente incentrato sulla possibilità di “protezione attiva” di tutte le persone non autonome. Tale “protezione attiva” si esplica in un progetto di sostegno per le funzioni della vita quotidiana; al riguardo, qualsiasi esclusione di tale possibilità di protezione rappresenterebbe una violazione del principio costituzionale di uguaglianza ma anche di tutti i principi della Legge 6/2004. Ogni persona che si trova nell’impossibilità di provvedere ai propri interessi ha diritto ad essere inserita in un progetto solidaristico di sostegno nel cui ambito sarà possibile protagonista. Il fine della normativa generale di protezione è quello di garantire che la nomina dell’AdS sia lo strumento per ampliare effettivamente le possibilità di determinarsi del beneficiario e di realizzare le sue scelte, garantendogli, per quanto concretamente possibile, le migliori condizioni esistenziali attraverso un progetto di vita sempre rapportabile alle mutevoli esigenze di protezione “attiva” della persona, in ossequio a quanto sancito nella Carta Costituzionale all’art. 3 co. 2: “ è compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana”.
Alla luce di quanto innanzi esposto, si può serenamente affermare che la legge sull’AdS è focalizzata alla valorizzazione della possibilità di agire della persona ed al superamento, nei limiti del possibile, dell’impossibilità di agire della stessa persona. Tale ratio dell’istituto giuridico dell’AdS tende ad attuare quei doveri inderogabili di solidarietà sociale (art. 2 Cost.) che il nostro Stato deve adempiere tramite la rimozione degli ostacoli che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana (art. 3 Cost.).
Per i motivi sopra esposti si rende necessario mettere in campo una serie di forze nuove esplicitate dalla necessaria collaborazione di una rete sociale. Insieme alla rete l’AdS si deve preoccupare non tanto di definire l’ambito di applicazione dell’incapacità giuridica della beneficiaria ma bensì di indagare sulle capacità giuridiche residue in modo da potenziarne i contenuti. In estrema sintesi l’AdS in collaborazione con la rete e con il beneficiario stesso deve iniziare un processo di empowerment.
Con il termine empowerment viene indicato un processo di crescita, sia dell’individuo sia del gruppo, basato sull’incremento della stima di sé, dell’autoefficacia e dell’autodeterminazione per far emergere risorse latenti e portare l’individuo ad appropriarsi consapevolmente del suo potenziale. Questo processo porta ad un rovesciamento della percezione dei propri limiti in vista del raggiungimento di risultati superiori alle proprie aspettative. L’Empowerment è un costrutto multilivello che in base alla tripartizione di Zimmerman (2000) si declina in: 1. psicologico-individuale; 2. organizzativo; 3. socio-politico e di comunità. Questi tre livelli sono analizzabili individualmente ma strettamente interconnessi fra di loro. E’ evidente che l’AdS non può procedere da solo in questa valutazione ma deve obbligatoriamente avere una collaborazione di natura psicologica, sociale e psichiatrica.
Tali considerazioni sono state fattivamente tradotte nel territorio della ASL RM H, Castelli Romani e Litorale provincia di Roma. Di vero l’interesse per il nuovo istituto si è concretizzato in un percorso di elaborazione iniziato nel 2010 e condiviso tra i diversi Soggetti coinvolti (ASL, Tribunale, Associazioni, Comuni, Volontari).
All’inizio, l’impulso è stato dato da un gruppo spontaneo, formato da operatori sociali e sanitari della ASL (in particolare del DSM), professionisti (avvocati, commercialisti) e volontari che nel 2011 hanno costituito l’Associazione “Persona&Diritti” onlus.
L’esponente è il Presidente dell’Associazione “Persona&Diritti”.
Lo spirito e la prassi dell’Associazione sono permeati dal completo e assoluto rispetto dei principi generali ispiratori della Costituzione Italiana quali il rispetto della personalità e della dignità umana . L’Associazione, apartitica ed aconfessionale, si impegna a realizzare i principi ispiratori della L. n. 6/2004, nella priorità irrinunciabile della solidarietà e del rispetto della persona. L’Associazione ha come finalità quella di:
– Promuovere i valori di solidarietà umana e sociale e la crescita civile
– Tutelare i diritti delle persone “fragili” a garanzia di pari opportunità, qualità di vita, partecipazione e inclusione sociale
– Partecipare alla costruzione di una rete di interventi per la diffusione della conoscenza e l’applicazione della legge n,6/2004, in integrazione con altri soggetti pubblici, privati e del privato sociale
– Offrire consulenza e supporto agli Amministratori di Sostegno nominati.
Per “fragili” si intendono le persone che, a causa di una infermità, di una menomazione fisica o psichica o per altri motivi, si trovano nell’impossibilità, anche parziale o temporanea, di provvedere ai propri interessi.
“Insieme, a sostegno della fragilità” è la visione. Per realizzare le predette finalità l’associazione provvede a svolgere ogni idonea attività, tra cui, a titolo esemplificativo:
• Diffondere l’informazione sull’istituto dell’AdS e sui principi e valori che sottendono la normativa;
• Promuovere l’applicazione della legge stimolandone l’approfondimento l’evoluzione e la diffusione a tutti i livelli;
• Attivare iniziative di sensibilizzazione e formazione continua su temi attinenti l’AdS, soprattutto relativamente alle diverse tipologie di fragilità; con attenzione ai temi della bioetica e delle sue implicazioni;
• Organizzare percorsi formativi per volontari disponibili a ricoprire il ruolo di AdS, quale servizio di cittadinanza attiva a sostegno delle famiglie e della società, e segnalare all’organismo pubblico preposto alla tenuta dell’elenco degli AdS i volontari adeguatamente preparati;
• Sostenere gli AdS nominati in modo che siano in grado di adempiere proficuamente al loro incarico, realizzando le finalità sancite dalla legge e assumendo il modello della formazione permanente;
• Modulare fra i propri associati l’identità dell’AdS come figura ben definita funzionalmente, familiare alla collettività degli utenti, idonea ad espletare al meglio i compiti di solidarietà;
• Provvedere alla negoziazione ed alla stipula a beneficio degli AdS associati di polizze di copertura assicurativa volte alla tutela in ordine alle responsabilità civili o amministrative connesse all’esercizio dei compiti assegnati dal G.T.;
• Promuovere l’attivazione di un servizio di consulenza gratuito a favore degli AdS nominati per supportarli nei compiti loro assegnati dal G.T., le competenze necessarie saranno ricercate anche tra i soci, favorendone la fruibilità reciproca per la realizzazione degli scopi associativi;
• Istituire sportelli rivolti ai cittadini che desiderano essere informati e/o accompagnati nella scelta e nelle procedure relative alla nomina dell’AdS;
• Favorire il dialogo con i G.T. per individuare possibili strategie condivise,soluzioni a problemi, adozione di buone prassi, etc.;
• Monitorare lo stato di applicazione dell’AdS nel territorio
• Promuovere iniziative legislative che si possano rendere necessarie a partire dalla esperienza applicativa;
• Istituire “messaggeri istituzionali” per sensibilizzare, informare, contribuire a risolvere le difficoltà applicative della legge che si possono determinare con banche, uffici postali, uffici comunali, etc. sul tema dell’AdS e della normativa che vi attiene;
• Proporre l’associazione quale ente attuatore di progetti finalizzati alla piena attuazione della legge;
• Partecipare a bandi locali,nazionali ed europei per la realizzazione di progetti dedicati;
• Stabilire relazioni e scambi culturali ed operativi con altre associazioni di tutela della persona e al tempo stesso veicolare loro la nuova figura dell’AdS e le opportunità connesse a favore della “fragilità”;
• Promuovere iniziative sociali in sinergia e progettualità condivisa con gli enti pubblici e con il terzo settore;
• Ricercare le buone prassi territoriali, nazionali e internazionali;
• Aderire a reti mondiali esistenti o di futura istituzione, favorendone e promovendone comunque la nascita;
• Promuovere e divulgare le attività dell’associazione, collaborare con ricerche scientifiche ed istituire borse di studio.
• Promuovere una raccolta documentaria locale, nazionale e oltre;
• Porre in essere attività editoriali, pubblicitarie e di divulgazione delle iniziative;
• Promuovere la collaborazione e lo scambio con altre realtà territoriali, regionali e nazionali, favorendo la cultura del fare rete;
• Allestire un sito internet;
L’associazione si è dotata inoltre della facoltà di:
• Erogare premi e borse lavoro per i partecipanti alle attività organizzate dalla stessa;
• Richiedere finanziamenti, accettare sponsorizzazioni e ricorrere ad abbinamenti pubblicitari per il sostegno delle finalità statutarie e per la copertura dei costi di realizzazione;
• Aderire ad altre associazioni aventi oggetti analogo al proprio;
• Inoltrare richieste di contributi a Enti pubblici, persone fisiche e persone giuridiche per il raggiungimento dei propri fini.
L’Associazione ha pertanto da subito iniziato tramite proposte mirate a stimolare le competenti istituzioni.
Le predette proposte trovavano ascolto nelle Istituzioni e nel Giugno 2012 veniva sottoscritto il “Protocollo d’Intesa di Rete per la Promozione dell’Istituto dell’Amministrazione di Sostegno nel territorio della ASL RM H”, al quale hanno aderito la Provincia di Roma, il Tribunale e la Procura di Velletri, la ASL RM H, i Comuni Capofila dei 6 Distretti Socio-Sanitari, l’Associazione “Persona&Diritti” e successivamente altre Associazioni (“Alzheimer Castelli Romani” e “Il Cammino”).
I soggetti firmatari del suddetto protocollo istituivano un Tavolo Interistituzionale Territoriale per l’attuazione delle seguenti finalità:
– sostenere la cultura della solidarietà e della sussidiarietà a tutela delle persone fragili e delle loro famiglie, alfine di garantire pari dignità, pari opportunità e garanzia dei diritti di cittadinanza;
– sostenere la diffusione e il consolidamento dell’istituto dell’ Amministratore di Sostegno, coerentemente con i principi ispiratori della legge n.6/04;
– promuovere azioni di sviluppo delle competenze del tessuto sociale e di animazione territoriale sul tema della tutela dei diritti delle persone fragili;
– favorire il maggior livello possibile di integrazione e coordinamento tra i servizi sociali e sanitari, le strutture giudizi arie e tutti gli attori pubblici, privati e del privato sociale coinvolti nell’ applicazione di questo strumento di protezione sociale;
– promuovere e stabilire specifiche intese e accordi con altri soggetti, in particolare gli Ordini Professionali, gli Istituti di Credito, e i Patronati, in modo tale da favorire un contesto di supporto all’applicazione dell’istituto dell’ Amministratore di sostegno;
– offrire supporto tecnico agli operatori socio-sanitari e giudiziari, alle persone fragili e alle loro famiglie, agli Amministratori di Sostegno;
– promuovere l’istituzione di un Elenco degli Amministratori di Sostegno, composto da persone disponibili a svolgere tale ruolo, preparate mediante specifici percorsi formati vi;
– promuovere l’istituzione di Sportelli di Consulenza rivolti ai cittadini, agli operatori, agli amministratori di sostegno nominati
– proporre progetti dedicati nell’ambito dei Piani di Zona
Ciascuno dei soggetti firmatari indicava i propri referenti al Tavolo individuandoli, ove possibile, tra coloro che hanno attivamente operato nel “Gruppo Promotore” suddetto.
In fase di avvio, l’organizzazione e il funzionamento del Tavolo venivano stabiliti attraverso appositi atti formali finalizzati a:
– definire ruolo, funzioni e impegni dei singoli soggetti firmatari;
– stabilire il sistema di governance della rete, attraverso apposito Regolamento.
Il Tavolo predisponeva inoltre il piano d’intervento, le azioni, le strategie e gli strumenti attuativi.
Il Tavolo si riuniva prima con cadenza mensile e successivamente con cadenza trimestrale.
Inoltre con determinazione del Tavolo Interistituzionale nel Gennaio 2013 veniva attivato presso il Tribunale di Velletri con cadenza settimanale lo Sportello di orientamento e consulenza “AScolto”, condotto dalle Assistenti Sociali Referenti al Tavolo.
Su mandato del Tavolo, l’Associazione “Persona&Diritti” organizzava e gestiva un Corso di Formazione per aspiranti AdS (n.30 partecipanti) nel periodo Aprile-Maggio 2013 (n.6 incontri di 3 ore ciascuno).
Già da tempo l’Associazione inseriva all’ordine del giorno dei lavori del Tavolo Interistituzionale la proposta di presentare alla Regione Lazio un progetto di legge per la promozione dell’AdS e il Tavolo su proposta dell’Associazione formava la costituzione di un gruppo di lavoro dedicato. Nel mese di marzo 2014 la Regione Lazio riceveva dette proposte con previsione di formazione di una legge regionale ad hoc.
Alla luce dell’esperienza fin qui maturata, l’Associazione ritiene imprescindibili i seguenti punti:
– creazione di un sistema territoriale che metta in rete tutti i Soggetti coinvolti, attraverso una complessa azione di infrastrutturazione sociale, evitando modalità di funzionamento rigide e burocratizzate, a favore di forma cooperativistiche e flessibili
– valorizzazione del ruolo delle Associazioni radicate nel territorio e del capitale sociale delle comunità
– definizione di percorsi/processi di integrazione istituzionale e gestionale tra i Soggetti pubblici (Comuni, Tribunale, ASL) e tra questi e il Terzo Settore, in una logica di sussidiarietà
– inserimento all’interno dei Piani di Zona di progetti dedicati alla promozione dell’AdS, anche attraverso l’istituzione di Uffici integrati per la Protezione Giuridica delle Persone Fragili.
– Formazione in futuro di un Comitato Bioetico in seno al Tavolo Interistituzionale. Il Comitato di Bioetica si ispirerà al rispetto della vita umana così come indicato nelle Carte dei Diritti dell’Uomo, nei codici della deontologia dei vari ordini professionali nazionali ed internazionali, nelle Direttive emanate dalla Commissione Europea e in particolare nella revisione corrente della Dichiarazione di Helsinki e della Convenzione di Oviedo. Tale ispirazione si declinerà in modo particolare nell’esprimere osservazioni in relazione a questioni etiche connesse con l’attività dell’Amministrazione di Sostegno nel suo complesso e nella sua complessità nonché nelle attività assistenziali aventi lo scopo di proteggere e promuovere i valori della persona umana. Il Comitato di Bioetica opererà in applicazione della normativa vigente in materia ed il suo parere sarà di indirizzo per la realizzazione di azioni poste in essere in merito all’attività dell’Amministrazione di Sostegno.
Avv. Federico Marchegiani