Nata nel 1951, è dipendente della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, incardinata nella Direzione regionale unificata (sanità e politiche sociali), segue come referente i servizi socio educativi per la prima infanzia, la disabilità, la devianza ed esclusione sociale, progetti antiviolenza, anziani, sistema di tutela a sostegno della domiciliarità; è responsabile delegata per la gestione delle attività giuridico amministrative della Regione; ha partecipato in veste di relatore a numerosi Convegni e/o tavoli di lavoro principalmente in eventi dedicati ai temi riguardanti gli anziani e i disabili con particolare riferimento alle iniziative e agli interventi a sostegno della domiciliarità.
QUI IL VIDEO DELL’INTERVENTO – (disponibile dal 15.4.2014)
INTERVENTI ECONOMICI A SOSTEGNO DELLA POPOLAZIONE FRAGILE
A. DOMICILIARITA’
Nella Regione Friuli Venezia Giulia si stanno sperimentando interventi di sostegno economico alle persone e alle famiglie coinvolte e impegnate in importanti percorsi assistenziali a domicilio che, nel favorire la realizzazione di forme di domiciliarità possibili e sostenibili, sono nel medesimo tempo anche veicolo d’integrazione sociosanitaria.
I principali strumenti che si propongono di incidere positivamente nell’affermazione del domicilio quale luogo elettivo di accoglienza e di cura sono
- il Fondo per l’autonomia possibile e per l’assistenza a lungo termine (FAP)
- il Fondo gravissimi
- il Fondo a tutela dei malati di sclerosi laterale amiotrofica (Fondo SLA)
disciplinati e attivati rispettivamente nel 2007, nel 2009 e nel 2012.
Siamo nell’area dei bisogni complessi, che richiedono risposte spesso composite e soprattutto integrate sotto il profilo sociale e sanitario.
Uno dei presupposti per una positiva applicazione di tali strumenti è dato dal contesto istituzionale delineato fin dai primi anni ’90 ed in particolare dalla coincidenza territoriale del distretto sanitario (articolazione dell’Azienda per i servizi sanitari) e dell’ambito sociale (associazione di Comuni).
- 1. Fondo per l’autonomia possibile e per l’assistenza a lungo termine (FAP)
LR 31 marzo 2006 “Sistema integrato di interventi e servizi per la promozione e la tutela dei diritti di cittadinanza sociale”, art. 41
Regolamento emanato con decreto del Presidente della Regione n. 35/2007, modificato con decreti del Presidente della Regione 48/2008 e 139/2010
Si tratta d un contributo economico concesso alle persone (o ai loro familiari) che, per la loro condizione di non autosufficienza, non possono provvedere alla cura della propria persona e mantenere una normale vita di relazione senza l’aiuto determinante di altri.
Obiettivi rispetto all’utenza
- aumentare il sostegno pubblico alla non autosufficienza, attraverso l’incremento delle risorse dedicate, sarà valutata la possibilità, in prospettiva, di ricorrere alla fiscalità generale
- sostenere la capacità di risoluzione autonoma delle famiglie, dando loro le risorse e gli strumenti necessari ad assistere i propri componenti in difficoltà
- rafforzare la possibilità per le persone di rimanere al proprio domicilio, contribuendo alla costruzione di una rete di assistenza domiciliare integrata
- garantire alle persone con disabilità adeguato supporto per la programmazione e la realizzazione di percorsi di una vita indipendente
Obiettivi rispetto al territorio
- ridurre l’eterogeneità esistente nella Regione, per quantità e qualità dell’offerta, attraverso un percorso che porti progressivamente a garantire alcuni standard minimi di dimensione e qualità dell’offerta
- contribuire alla valorizzazione delle entità territoriali, quali i distretti sanitari e gli ambiti sociali, e all’incremento dei livelli di integrazione sociosanitaria
- creare i presupposti e l’occasione per il potenziamento e l’accelerazione dei processi di responsabilizzazione condivisa tra i settori sociale e sanitario
- migliorare l’accompagnamento dell’amministrazione regionale al territorio, a sostegno dei percorsi di attuazione delle nuove misure
Punti qualificanti
- L’introduzione del FAP si propone, tra le altre cose, di contribuire:
- allo sviluppo della “rete” dei servizi, intendendo per “rete” l’insieme delle risorse presenti sul territorio, pubbliche e private, formali e informali, in grado di interagire sinergicamente a vantaggio delle fasce più deboli
- alla promozione, nel rispetto del principio di libera scelta, della capacità delle famiglie di risoluzione autonoma e di autorganizzione, unitamente a quella di relazionarsi e integrarsi con i servizi pubblici.
- Il successo della misura è legato alla capacità territoriale di:
- attivare una presa in carico integrata sociosanitaria, a seguito della quale procedere congiuntamente alla lettura dei bisogni e alla ricerca delle migliori soluzioni assistenziali, anche attraverso l’adeguamento delle proprie procedure e degli schemi generali di approccio
- valorizzare la centralità dell’Unità di valutazione distrettuale (UVD), organismo interistituzionale, multidisciplinare e multiprofessionale, garante della presa in carico integrata e dell’elaborazione/validazione del progetto personalizzato, condiviso con l’assistito o con la famiglia, e, quindi, dell’individuazione del FAP, assieme ad altri eventuali prestazioni e servizi, quale strumento appropriato a supporto del percorso assistenziale domiciliare. A dimostrare l’attenzione verso il concetto di personalizzazione del tracciato assistenziale, la composizione dell’Unità di valutazione si adegua alle specificità dei casi trattati.
Il FAP è dunque uno degli strumenti a disposizione dell’UVD, che può individuarne l’utilizzo esclusivamente all’interno degli interventi complessivamente dettagliati nel progetto personalizzato
- pervenire alla riaffermazione e al consolidamento del progetto personalizzato quale strumento centrale per affrontare e sviluppare il percorso di cura e assistenza e indicare le risorse dispiegabili in termini di prestazioni e contributi economici. Il FAP quindi rappresenta una delle possibili prestazioni della rete dei servizi
Requisiti del progetto personalizzato
Il Progetto personalizzato deve indicare
a) la valutazione sintetica del bisogno e della sua natura;
b) i risultati attesi;
c) gli interventi necessari al soddisfacimento dei bisogni assistenziali;
d) le risorse professionali ed economiche messe rispettivamente a disposizione dal settore sociale e da quello sanitario;
e) le risorse attivate e messe a disposizione dalla famiglia in modo formale e informale;
f) le risorse attivate e messe a disposizione dal volontariato;
g) l’individuazione del responsabile del caso;
h) le fasi temporali e le scadenze dei monitoraggi;
i) l’impegno sottoscritto dell’assistito o di chi ne fa le veci a realizzare il progetto, con le relative modalità;
j) l’impegno sottoscritto, in caso di previsione del contributo per l’aiuto familiare di cui all’articolo 6, di far partecipare gli addetti all’assistenza familiare alle iniziative di formazione avviate o promosse dal proprio territorio di appartenenza.
- La presa in carico integrata costituisce, quindi, presupposto irrinunciabile per l’appropriato utilizzo del FAP e il FAP costituisce significativo laboratorio di sperimentazione delle possibili forme di presa in carico integrata.
Modalità di accesso
Le persone che, per la loro condizione di non autosufficienza, non possono provvedere alla cura della propria persona e mantenere una normale vita di relazione senza l’aiuto determinante di altri o chi ne fa le veci (tutore, curatore, procuratore, amministratore di sostegno, genitore di minore, familiare o convivente, civilmente obbligato) rappresentano i loro bisogni assistenziali al Servizio sociale dei Comuni (ambito sociale) o al distretto sanitario oppure, laddove presente ed operante, al punto unico di accesso.
Nei confronti delle predette persone, fatti salvi i casi specificatamente trattati all’articolo 8, l’Unità di valutazione distrettuale (UVD) di cui all’articolo 25 della legge regionale 19 maggio 1998, n. 10 (Norme in materia di tutela della salute e di promozione sociale delle persone anziane), mette a punto un progetto personalizzato condiviso con l’assistito o con chi ne fa le veci.
Struttura del fondo
Il FAP finanzia le seguenti quattro distinte tipologie d’intervento, in alcuni casi cumulabili tra loro:
L’entità del contributo è graduata in base al livello di non autosufficienza e all’ISEE familiare (min annuo 1.550 euro – max annuo 6.200 euro)
Assegno per l’autonomia (APA) | E’ un intervento economico avente lo scopo di rendere possibile e sostenibile l’accudimento a domicilio delle persone in condizioni di grave non autosufficienzaCriteri di accesso: valutazione del grado di non autosufficienza della persona [impossibilità di svolgere almeno 2 attività di base della vita quotidiana (Activities of Daily Living – ADL)] e ISEE familiare non superiore ai 35.000 euro annui |
Contributo per l’aiuto familiare (CAF) | E’ un intervento economico previsto allo scopo di sostenere le situazioni in cui, per l’accudimento delle persone in condizioni di grave non autosufficienza, ci si avvale dell’aiuto di addetti all’assistenza familiareCriteri di accesso: regolare contratto di lavoro per un numero di ore settimanali non inferiore a 20, ISEE del nucleo familiare dell’assistito non superiore a 35.000 euro, grado di non autosufficienza della persona (impossibilità di svolgere almeno 2 ADL)
L’entità del contributo viene determinata tenendo conto delle ore di lavoro settimanali svolte dall’addetto all’assistenza familiare, della gravità della condizione e della fascia ISEE (min annuo 3.174 euro – max annuo 10.920 euro) |
Sostegno alla vita indipendente (SVI) | E’ un intervento che, recependo le finalità e lo spirito della legge 162/98, concorre a finanziare i progetti di vita indipendente riguardanti persone disabili giovani e adulte in grado di autodeterminarsi, volti all’acquisizione dell’autonomia nella vita personaleVi si riservano risorse per almeno il 15% dell’intero budget a disposizioneNon ci sono limiti massimi prestabiliti dal regolamento regionale per la quantificazione del contributo. |
Sostegno a progetti in favore di persone con problemi di salute mentale (FAP-SM) | E’ un intervento che concorre a finanziare, a favore di persone con gravi problemi di salute mentale, progetti sperimentali aventi le seguenti caratteristiche:
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2. Fondo gravissimi
LR 17/2008 (Finanziaria regionale 2009), art. 10, commi 72-74
Regolamento emanato con decreto del Presidente della Regione n. 247/2009, modificato con decreto del Presidente della Regione n. 215/2010
Si tratta di un Fondo, di più recente istituzione, finalizzato, attraverso l’attribuzione di un contributo economico, al sostegno a domicilio di persone in situazioni di bisogno assistenziale di elevatissima intensità.
Il Fondo concorre anch’esso all’affermazione e al potenziamento del sistema di servizi e interventi a favore della domiciliarità.
Si propone, in particolare, di favorire la permanenza a domicilio di persone in situazione di tale gravità da richiedere un supporto assistenziale di elevata intensità 24h/24h.
In sede di prima applicazione il Fondo è stato alimentato con risorse regionali e con risorse messe a disposizione dalle Fondazioni delle Casse di Risparmio operanti in Regione. In seguito, solo con risorse regionali.
- Target
Destinatarie del Fondo sono le persone gravissime trattate a domicilio, per le quali si ravvisi la necessità di un’assistenza integrata, di elevata intensità e continua (24/24 h), realizzata secondo modalità che rispettino il diritto di libera scelta dell’assistito e della sua famiglia.
- Limite massimo del contributo
L’entità annua del contributo viene stabilita dalla Giunta regionale, anche sulla scorta delle risorse disponibili.
Per il primo anno di attuazione (2009) l’importo annuo del contributo è stato fissato in 12.240 euro, dall’anno successivo, tenuto conto della necessità di equilibrare la numerosità dei casi con le risorse disponibili, l’importo annuo è stato stabilito in 10.200 euro, cumulabili, per ora, con i benefici del FAP fino al raggiungimento di un tetto massimo complessivo di 20.000 euro annui.
- Soglia d’accesso
In ragione dell’elevatissimo assorbimento di risorse assistenziali richiesto dal target di riferimento, la soglia ISEE oltre la quale non vi è titolo al beneficio è stata fissata in 60.000 euro.
- selezione dei casi
Diversamente da quanto avviene per il FAP, la possibilità che la casistica formante il target del Fondo gravissimi non fosse distribuita omogeneamente sul territorio regionale, ha suggerito, almeno nelle fasi di primissima attuazione e di primo consolidamento, la messa a punto di procedure di selezione strutturate in modo da conferire direttamente alla Regione (che allo scopo si avvale di una Commissione di esperti) il compito di selezionare i casi da ammettere al beneficio, sulla base di segnalazioni effettuate dalle Aziende per i servizi sanitari (ASS).
Tale modalità ha consentito di assicurare equità applicativa a livello regionale e di assegnare le risorse ai singoli territori in modo mirato, sì da garantire la copertura dei bisogni laddove effettivamente rappresentati.
Un ruolo di particolare rilievo è stato quindi posto in capo alle ASS, che a tal fine, agendo su richiesta degli interessati o dei loro familiari oppure in via autonoma, previa acquisizione del necessario consenso, attivano appropriatamene i rispettivi distretti nella segnalazione selettiva dei casi da sottoporre all’esame della Regione e nello svolgimento di un’azione di raccordo proattivo nei confronti degli ambiti sociali.
- 3. Fondo SLA
Regolamento di utilizzo emanato con decreto del Presidente della Regione n. 201/2012
Alla fine del 2011, la Giunta regionale ha approvato il “Programma di attuazione degli interventi della regione Friuli Venezia Giulia per l’accesso al riparto tra le regioni delle risorse assegnate dal fondo non autosufficienze anno 2011 per interventi in tema di SLA per la ricerca e l’assistenza domiciliare ai malati”, con il quale ha positivamente partecipato a una selezione nazionale per l’ammissione ai finanziamenti statali destinati in via esclusiva alle persone affette da sclerosi laterale amiotrofica.
La parte più cospicua del finanziamento è stata utilizzata per la formazione di uno specifico Fondo, al quale attingere per sostenere economicamente i malati di SLA e le loro famiglie.
Modalità di accesso
Segnalazione dei casi da parte delle Aziende per i servizi sanitari (ASS) ad un Ente delegato dalla Regione (Azienda per i servizi sanitari n. 5 “Bassa Friulana”) che cura tutta l’istruttoria fino all’erogazione de contributo
Criteri di accesso;
malati di sclerosi laterale amiotrofica (SLA), che siano:
~ residenti nella Regione Friuli Venezia Giulia, assistiti a domicilio, in possesso di documentazione diagnostica rilasciata dal Centro regionale per le malattie rare o da uno dei Presidi regionali per le malattie rare, riconosciuti per il trattamento della SLA;
~ che, a seguito dell’applicazione dello strumento di valutazione della gravità definito nel regolamento, siano attribuiti dalle ASS competenti per territorio trovino nelle classi di bisogno assistenziale 3 e 4
~ che abbiano un ISEE del nucleo familiare non superiore a 60.000 euro
Misura annuale del contributo
Fasce ISEE |
Importi annui |
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Classe 3 |
Classe 4 |
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Fino a 7.500 |
€ 13.500 |
€ 22.000 |
Da 7.501 a 15.000 |
€ 11.813 |
€ 19.250 |
Da 15.001 a 25.000 |
€ 10.125 |
€ 16.500 |
Da 25.001 a 35.000 |
€ 8.438 |
€ 13.750 |
Da 35.001 a 45.000 |
€ 6.750 |
€ 11.000 |
Da 45.001 a 60.000 |
€ 6.259 |
€ 10.200 |
Se il beneficiario ha nel proprio nucleo dei figli a carico che non abbiano compiuto il ventunesimo anno di età, i contributi riportati in tabella sono aumentati di una quota percentuale pari al 10% per un figlio e al 5% per ogni figlio successivo al primo fino al quarto figlio, per un incremento massimo del 25%.
Nei casi di impossibilità da parte dell’assistito di gestire direttamente il proprio progetto assistenziale personalizzato (ProP), i benefici del Fondo sono attribuiti al familiare o al convivente che sottoscrivono l’impegno di realizzare il ProP oppure al tutore, al curatore, al procuratore o all’amministratore di sostegno.
B. RESIDENZIALITA’
Il sostegno economico della Regione si esplica anche a favore delle persone ospiti in strutture residenziali.
Il tema della residenzialità è complesso e di particolare attualità.
La rete di servizi residenziali per anziani della regione FVG è costituita da 194 strutture con una capacità ricettiva di 11.000 posti letto, di cui 8.758 (80%) autorizzati ad accogliere persone anziani non autosufficienti. L’offerta attuale è quindi di circa 4 posti letto ogni 100 residenti con età maggiore o uguale a 65 anni,valore che si attesta al di sopra della media nazionale (2,5%) e che colloca il Friuli Venezia Giulia tra le regioni italiane con più alto tasso di istituzionalizzazione.
Su 8.758 posti letto autorizzati all’accoglimento di persone anziane non autosufficienti, circa 7.150 (2,4 posti letto ogni 100 residentiover65) sono convenzionati per il riconoscimento degli oneri sanitari e per l’erogazione del contributo regionale per l’abbattimento della retta di degenza (art. 13 LR 10/1997).
Oltre ai succitati 7.150 posti letto per non autosufficienti convenzionati si contano altri 1510 posti letto in strutture residenziali denominate Residenze polifunzionali, che sono autorizzate ad accogliere, entro determinati limiti(massimo 550 punti BINA), persone anziane non autosufficienti, per le quali non è previsto alcun sostegno alla retta di degenza e le prestazioni sanitarie sono riconosciute come a domicilio;
Da diversi anni l’amministrazione regionale ha individuato la necessità di operare una sostanziale riqualificazione della rete dei servizi residenziali e semiresidenziali per anziani in quanto è un sistema estremamente complesso e articolato, che non sempre garantisce una risposta assistenziale adeguata alla complessità clinico assistenziale delle persone accolte e un adeguato presidio clinico. Il sistema residenziale, così come concepito dalla normativa vigente, si caratterizza inoltre per la disparità di trattamento degli utenti anche dal punto di vista economico in quanto non sussiste un meccanismo che garantisca la proporzionalità tra i costi sostenuti dalla struttura e la retta pagata, retta che viene, peraltro,abbattuta dai contributi regionali a prescindere dalla tipologia dei bisogni e dai livelli di assistenza garantiti.
A fronte delle criticità evidenziate, è stato avviato un importante processo di riqualificazione dell’offerta residenziale volto a migliorare la capacità di governo, l’appropriatezza, l’equità e la qualità complessiva dell’assistenza nei servizi residenziali per anziani.
Il processo, guidato dal principio per cui la persona e i suoi bisogni devono essere posti al centro del sistema e della rete dei servizi, sarà attuato attraverso una strategia incentrata sulla personalizzazione del processo di cura che prevede un nuovo sistema di valutazione del bisogno e una coerente classificazione dello stesso in diversi livelli di intensità e complessità assistenziali, a cui devono corrispondere idonee tipologie di offerta.
Al momento, la Regione riconosce agli ospiti non autosufficienti, residenti in regione prima dell’ingresso in struttura, un contributo giornaliero finalizzato all’abbattimento della retta giornaliera di accoglienza, del seguente ammontare:
Accolti in strutture residenziali per anziani non autosufficienti, autorizzate ai sensi del decreto del Presidente della Giunta regionale 14 febbraio 1990, n. 83 |
16,60 |
Accolti nelle strutture disciplinate della deliberazione della Giunta regionale 11 maggio 2001, n. 1612 (residenze polifunzionali di fascia A) |
13,28 |
Tali importi sono maggiorati in ragione dell’ISEE dell’ospite e del suo nucleo familiare
Accolti in strutture residenziali per anziani non autosufficienti, autorizzate ai sensi del decreto del Presidente della Giunta regionale 14 febbraio 1990, n. 83 |
ISEE 0-15.000 |
2,50 |
ISEE 15.001-25.000 |
1,50 |
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Accolti nelle strutture disciplinate della deliberazione della Giunta regionale 11 maggio 2001, n. 1612 (residenze polifunzionali di fascia A) |
ISEE 0-15.000 |
2,00 |
ISEE 15.001-25.000 |
1,00 |
La maggiorazione legata alla situazione economica viene attivata su richiesta dell’interessato o della persona che ne cura gli interessi